martedì 31 agosto 2010

Nuove capitali, antiche carovaniere

Oggi siamo finalmente arrivati in Uzbekistan, a Bukhara. E per festeggiare l'avvenimento, una bella degustazione di vini locali!
Ma il presente post lo devo dedicare al Turkmenistan, per rigore filologico!
Cominciamo dall'inizio, l'arrivo alla frontiera.
Come gia' detto, mentre la Lonely - per la quale il Turkmenistan era un po' la Corea del nord dell'Asia Centrale - ed il nostro ministero degli esteri escludevano che si potesse ottenere un visto turistico in frontiera, di diverso avviso era la nostra agenzia...e per fortuna ha avuto ragione quest'ultima! E cosi', dopo i soliti convenevoli con i doganieri locali - "Ah, Italiani, Gattuso, Mafia, Toto Cutugno!" - siamo entrati nel paese. Trattandosi comunque di una frontiera piuttosto particolare, i nostri compagni di viaggio non erano da meno...con noi, infatti, sono entrati tre ragazzotti svizzeri provenienti dall'Iran, un giovane ingegnere francesce che vive e lavora ad Asghabat per conto della ditta appaltatrice dei piu' importanti lavori edili del paese ed un tedesco che parla quattro lingue, tra cui l'italiano, e che sta facendo il giro del mondo in bici..un gruppo proprio ben assortito!
La prima immagine del Turkmenistan e' stata quindi la sua capitale, Asghabat. La citta', distrutta interamente da un terremoto nel 1948 e ricostruita dai sovietici nel loro inconfondibile stile architettonico ed urbanistico, oggi e' il frutto dell'instancabile opera costruttiva del suo precedente presidente, Nyazov, padre padrone dell'intero paese (autoproclamatosi Turkembashi ovvero padre di tutti i turkmeni ed autore di un libro, materia di studio scolastico, in cui ripercorre in chiave nazionalista l'intera storia nazionale...!), il quale ha voluto dar vita ad una capitale modello Las Vegas, tutta marmi bianchi e cupole dorate oltre agli immancabili kitchissimi momumenti celebrativi di questa o quell'altra data. Per fortuna, a dare un po' di colore al tutto, i lunghi e coloratissimi vestiti delle donne turkmene, come uscite da un film di Wong Kar-way!
Ieri ci siamo quindi spostati ad est, attraversando chilometri di steppa punteggiati da dromedari al pascolo, per fare tappa nella citta' di Mary, vero e proprio avamposto di frontiera sovietico. Classici vialoni, parchi alberati e monumenti commemorativi caratterizzati da una architettura  che spazia dal neoclassico al grigio palazzone alveare. In compenso, di ritorno dalla cena, abbiamo potuto assistere, in un parchetto appositamente attrezzato, ad una partita di scacchi tra "campioni" indigeni: un susseguirsi di mosse e contromosse in cui nessun pezzo veniva mai sacrificato alla strategia, finalizzata ad accerchiare l'avversario e costringerlo alla resa...dopo aver battuto il "campione" turco a Van mi sono astenuto dal dare lezioni anche in terra turkmena...!
Stamani, infine, dopo una sveglia all'alba, abbiamo visitato i resti dell'antica citta' di Merw, mitica citta' carovaniera sulla via della seta, devastata dalle orde di Gengis Khan...un vero spettacolo, anche se la scena piu' impagabile di tutte ce l'ha regalata una ordinatissima colonna di dromedari che, liberi e pacifici, ci si sono parati davanti, nel bel mezzo del sito archeologico, attraversandolo con calma...una antica carovana rimasta senza i suoi "nocchieri" e smarritasi nel mare di sabbia e nel tempo!
Ultima nota sul Turkmenistan.
Benche' si tratti di un posto assurdo sotto svariati aspetti, per noi ha voluto soprattutto dire: fine dell'obbligo per la Fra di girare velata e di indossare vestiti lunghi; per me, fine del divieto di bere alcolici; per entrambi, termine anticipato del Ramazan!

2 commenti:

  1. Cindo ma sei un pozzo di scienza!!! Guarda che se ti stufi di fare l'avvocato ti nomino io (con tutta l'autoritá che non ho!) guida turistica onoraria (di cosa lo decidiamo poi)!

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  2. cindo non laciare l'avv che c'è sempre qualche pollo da spennare e qualche povero cristo a cui dare qualche consiglio sulla sua parte di eredità
    saluto te e la fra .
    vi abbraccio idealmente sandro e anna

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