domenica 22 agosto 2010

no man's land

La nostra zona di confine fra turchia e iran e' iniziata all'arrivo in stazione a Van, alle ore 18.10. Stazione abitata dai tipi di cui al precedente post, forse un po' stupiti di vederci arrivare cosi' presto. E quanto avevano ragione!
Restiamo li', fra un piatto di frutta regalato dal poliziotto piu' sorridente che abbia mai visto, due chiacchere su Massimo D'Alema amico dei curdi e un po' di sonno su una panchina fino a mezzanotte. Ora in cui passa il nostro treno, ovvero il treno che sara' nostro ma che per ora e' li' solo di passaggio.
Fra i nostri eroi serpeggia lo sconforto. Invece, i vari strani tizi che si aggirano per la stazione, i pochi passeggeri e i bambini che si rincorrono in bici sulla banchina sembrano ritenere tutto normale, alcuni mostrano addirittura un certo interesse.
Il treno, che finalmente sara' il nostro, ripassa alle 2.
Andiamo in carrozza, siamo con due  anziani signori iraniani che subito ci offrono il the. Facciamo appena in tempo ad addormentarci che alle 4 tutti giu': frontiera turca, e facciamo l'alba. Montagne brulle e cielo rosa.
Poi ci sara' la frontiera iraniana, sembra una passeggiata di salute.
Intanto il treno rantola, si ferma a lungo, sferraglia.
Arriveremo a Teheran alle 5 del mattino, con 9 ore di ritardo.
Solo allora e' terminata la no man's land piu' lunga delle nostre vite.
Sul treno si respirava una strana aria di intimita' e di liberta'.
La nostra compagna di carrozza, appena ha potuto, s'e' levata il velo, dicendo che proprio non le piaceva. Poi, ci ha imbastito una lezione di farsi, spanciandosi per le espressioni di cindo. I ragazzi iraniani ci hanno dato il benvenuto in Iran con un sorriso  e qualcuno ci ha raccontato della suo storia di emigrazione da un Paese amato, ma senza liberta'.
Abbiamo mangiato e bevuto, insieme, come se il Ramadan riguardasse solo chi stava giu' dal nostro trenino.
Abbiamo scherzato, e cantato "Azzurro", con veli dimenticati e senza ricordarci se fossimo maschi o femmine.
"Qui puoi - mi ha detto un ragazzo con la barba e la magliettona rossa - ma non in citta' ".

Ora siamo a Teheran, non so cosa dire. Forse sono troppo stanca.

5 commenti:

  1. beneee ce l'avete fatta!!
    vi penso cari!

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  2. Grazie La!
    Alla fine e` stato piu` faticoso che altro, viste le 8 ore di attesa in stazione...anche se alla fine ci siamo fatti tanti nuovi amici!

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  3. cercheró di non lamentarmi piú della easyjet! ;)

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  4. L'immagine di te e Cindo che cantate "azzurro" su un treno da Teheran in mezzo a un gruppo eterogeneo e colorato mi rimarrà a lungo in testa. Vi seguiamo con affetto dalla Valle (e da Pavia)
    Kettyemìgnola & family

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  5. ...e dovevi sentire che coretto!!!
    cindo

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