lunedì 30 agosto 2010

ultime dall'iran

abbiamo lasciato l'iran ieri, e gia' ci manca.

non si capisce il perche', in fondo solo isfahan e' una citta' meravigliosa,
fra quelle viste. yazd bella, teheran e mashad faticose.

probabilmente ci mancano gli iraniani.

come faremo anche con il turkmenistan, ora che ne siamo fuori, vorremmo
aggiungere qualcosa di cui non abbiamo ancora parlato.

beh, intanto di politica. non capiamo perche', ma tutti quelli - giovani e
vecchi - con cui abbiamo scambiato due parole hanno sentito il bisogno di
esprimere il loro dissenso rispetto all'attuale governo di Ahmadinejad. C'e'
stato chi ci ha detto che e' un pazzo, e l'ha preso in giro. Chi ha detto di
aver paura, perche' davvero sta preparando la bomba atomica. Chi si e' limitato
a contestare i risultati delle ultime elezioni. I ragazzi hanno detto che se ne
volevano andare e di non aver piu' fiducia che il loro paese possa cambiare.

Qualcuno, piu' anziano, ha osato criticare anche Khomeini, dicendo che e'
stata tutta colpa sua, e che prima c'era piu' liberta' e qualcun'altro ha fatto
il nome di Neda, la ragazza uccisa nelle proteste dell'anno scorso e divenuta
il simbolo dell'oppressione.

Dicevamo, ci ha colpito molto, perche' ci vuole un gran coraggio, e
un'insopportabile esasperazione. Crediamo che sia stato preponderante il
desiderio, ben radicato in un popolo di cosi' antica tradizione e cultura, di
dire: io non ci sto. io non sono come loro.

Per esemplificare, e' stato molto toccante il discorso che ci ha fatto un
nostro coetaneo di Isfahan, che ci ha spiagato come non sopporti il fatto che
la musica sia vietata nei locali pubblici. Ci ha narrato della lunga tradizione
di canzoni che si sta perdendo per sempre, dimenticata, e del fatto che cio'
non possa essere sopperito dalle feste private. "Non possiamo piu' ballare,
ridere e fare festa. Questo non e' giusto".

E poi due parole sulle donne. Non ho capito granche' del diritto vigente. Pare
sia legale la poligamia, la lapidazione, che l'adulterio, solo femminile, sia
reato. Di fatto, ho visto molte piu' donne al lavoro in Iran che in Turchia.

Vorrei limitarmi a dire una cosa piccola, ma che ho provato su di me: la
questione dei vestiti. Io non ho nulla in contrario all'hejab, che copre la
testa ma non il volto. E di per se' non e' stato nemmeno terribile indossare
maniche e pantaloni lunghi tutto il tempo. Cio' che e' inconcepibile e' che sia
imposto, e -credo ancor di piu'- che venga giustificato "nell'interesse delle
donne", per tutelarle dalle molestie degli uomini. E' lo stesso motivo per cui,
sui mezzi pubblici, le donne viaggiano in fondo alla carrozza.

Al contrario, tale spiagazione giustifica la molestia verso chi non si
sottopone a tali regole. Oltre al fatto che da' per scontata una violenza
(quella degli uomini sulle donne) che deve sparire, non essere tacitata con
ulteriori costrizioni a danno delle donne.

D'altronde, per entrambi i discorsi, emerge la grande contraddizione che
avvolge l'intero paese, e che, forse, concorre a renderlo cose'
affascinante...

certo, a farcelo amare e' stata la squisitezza dei piccoli gesti degli
iraniani.

Ieri mattina ci siamo alzati alle 6, per farci portare da un autista alla
frontiera con il turkmenistan.Alle 9, lungo una salita, di fronte alla steppa,
il nostro signore - pelle scura e baffi bianchi - accosta la macchina ed estrae
dal bagagliaio il the e i biscotti per farci fare colazione. La piu' bella
colazione per il giorno del compleanno!
p.s. grazie a tutti per gli auguri, mi hanno fatto un piacere infinito!!!

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