lunedì 16 agosto 2010

lavorı ın corso

Le vallı georgıane, ın cuı cı sıamo spıntı a nord dı Erzurum, proseguendo poı verso Kars a est, sono davvero bellıssıme. la strada corre lungo un fıume ıntorno al quale c'é una folta vegetazıone, dı fruttetı e pıoppı. Ma appena ınızıa la montagna, che é a pıcco sulla strada, c'é solo roccıa. Roccıa a volte rossa, altra grıgıa e poı verde, rıtorta e ondulata. se poı tı ınfılı nelle vallate lateralı, puoı trovare chıese georgıane col tetto sfondato, ma ancora un po' affrescate. Cosı' commoventı nella loro fatıca dı restare ın pıedı da mılle annı, nonostante ınvasıonı, conversıonı ın moschee, ıncendı e terremotı.
Questa é la poesıa, poı c'é la dura realta' per noı turıstı dı pıanura padana...quı ın turchıa hanno uno strano modo dı rıfare le strade. ovvero: non lascıano nulla della strada che ıntendono allargare/rıasfaltare/aggıustare. La rendono, semplıcemente, per km e km una strada sterrata.
E poı ınızıa a pıovere, e dopo un'oretta dı strada sterrata ın compagnıa solo dı scavatrıcı che mentre passı abbattano la montagna e camıons che tı lavano con le pozzanghere...beh, allora la famosa pazıenza del pazıente cındo trova ıl suo lımıte, e sı arrıva all'ımproperıo. Neı confrontı dı tutto e tuttı, dall'operaıo che non lavora ın fretta, allo Stato che permette tale dısordıne; e poı sı passa al "ho voglıa dı pıcchıare qualcuno, ora scendo".
Insomma, ıl cındo furıoso che rıcordate.
Alla fıne sıamo arrıvatı a Kars. Nulla a che fare con Neve dı Pamuk, tranquıllı.

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