giovedì 26 agosto 2010

La meta` del mondo

Isfahan e` davvero ``la meta` del mondo`` per le bellezze architettoniche che possiede. La splendida Meydan-e Imam (Piazza Imam) - la seconda piu` grande al mondo dopo  Tianammen - su cui si affacciano due veri gioielli dell`architettura safavide, la moschea dell`Iman e la moschea dello sceicco Lotfollah, con le loro cupole perfette, rivestite di splendide piastrelle azzurre ed ocra che, con i loro lucidi colori, rappresentano il cielo e la terra, indissolubilmente mischiati come in una visione mistica. Ma anche i suoi palazzi imperiali, dove i vuoti sono usati per disegnare lo spazio, i suoi ponti sullo Zayandeh e la sua moschea del venerdi` in cui si fondono 800 anni di stili archittetonici (dai selguichidi ai safavidi passando per i mongoli). Ed ancora il suo quartiere armeno (Nuova Jolfa) dove puoi trovare, all`interno della chiesa di Vank, un piccolo museo messo li` per ricordarti il genocidio di un popolo, un milione e mezzo di persone sistematicamente e preordinatamente eliminate in tutta la Turchia, chiese distrutte od abbandonate a se stesse perche` non rimanesse segno visibile di quella presenza. Ma lo splendore della citta` sta anche nella grande ospitalita` e disponibilita` dei suoi abitanti e nella goia di vivere con cui, al tramonto, si riversano sui prati attorno al fiume o nella piazza a bere, fumare e giocare a carte.
E` tutto l`Iran centrale, pero`, a riservare incredibili sorprese. Ieri, accompagnati dal nostro gentilissimo albergatore, abbiamo attraversato il deserto iraniano per raggiungere la citta` di Yadz. E cosi`, dopo piu` di tre ore di macchina - ed una breve sosta nella cittadina di Na`in per vedere la sua antichissima moschea -, abbiamo raggiunto la nostra meta, con le sue costruzioni in fango e paglia, i suoi vicoli coperti per proteggere il passante dal sole del deserto, i suoi giardini sorti attorno a vasche d`acqua e nascosti da alte mura, i suoi chilometrici qanat (canali scavati nella dura roccia per portare fin qui l`acqua dalle circostanti montagne) e le sue badgir (``torri del vento`` impiegate per canalizzare nelle case l`aria fresca e far uscire quella calda), la sua moschea del venerdi`, costruita sotto la dinastia mongola degli Ilkanidi mischiando elementi architettonici persiani e mongoli, con il suo svettante portale d`ingresso interamente piastrellato ed incorniciato da una coppia di eleganti minareti. Senza dimenticare poi che questa citta`, forse il piu` antico insediamento umano del mondo, e` ancora oggi sede di una attiva comunita` zoroastriana, questa si` la piu` antica religione monoteista, con il suio tempio del fuoco e le sue torri del silenzio, luoghi ove si abbandonavano i corpi dei defunti perche` venissero spolpati dagli uccelli e non inquinassero la terra con la loro sepoltura.
Insomma, andarsene da qui e` piu` difficile di quanto potessimo immaginarci...ma Samarcanda ci attende!
E quindi stasera si parte in treno per Mashad, la prima citta` santa dell`Iran.
Khoda hafez (l`equivalente ``farsi`` del turco gule gule)!

2 commenti:

  1. ciao,
    in val d'aosta tutto bene, in sintesi castelli e montagne. la nostra più estrema avventura è stata una notte in tenda ai piedi del gran paradiso: capirai in confronto a quelli che mignola chiama gli zii d'oriente...
    ma ne avete già fatta di strada, eh! godetevela e prendetevela comoda (tanto a pechino ieri c'era una coda infernale, sui 100km) e poi "non è poi così lontana samarcanda"... miao miao mirketty&mignola
    ps: complimenti ed in bocca al lupo anche a tommi!

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  2. guardate che dormire in tenda ai piedi del gran paradiso non e ` mica da tutti...noi al massimo in rifugio, con riscaldamento e doccia calda!
    ps. Ketty, la fra ti ha sognato ieri sera...immagina l`argomento..!
    cindo

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