lunedì 25 agosto 2014

Kathmandu

Passare dal Tibet al Nepal è un bel salto.
Si scende di circa 2000 metri di altitudine media, si passa da un clima secco e fresco ad uno umido e monsonico, da un paese dove il 90% della popolazione è buddista ad un altro dove l'80% è induista, si passa quindi da una religiosità "faticosa" (con i suoi chora intorno a templi, monasteri e montagne sacre, con i pellegrini che macinano chilometri in ginocchio per raggiungere la sacra Lhasa, con i monasteri abitati da decine, centinaia di monaci in vesti rosse) ad un'altra apparentemente più disordinata, dove ognuno gestisce individualmente la propria preghiera in templi contemporaneamente frequentati da indù e buddisti.
Ciò detto, a me Kathmandu piace.
Sia chiaro fin da subito: questa non è la Svizzera.
Le strade sono sporche e fangose, macchine e moto ti circondano da ogni parte in un caos primigenio in cui sembra impossibile che non si urtino in continuazione, il rumore dei clacson è la colonna sonora perenne della giornata ecc.
Eppure a me questa città piace.
Sarà che nonostante tutto ciò non puzza come ci si potrebbe immaginare ma ha un odore proprio, fatto di incenso e spezie e cibo cotto ai bordi della strada.
Sarà che tra una casa mezza diroccata ed un'altra mezza costruita spuntano come funghi altari e templi antichi, non asettici oggetti da museo ma luoghi di culto abitualmente frequentati.
Sarà che, all'improvviso, si aprono passaggi laterali che ti portano in piazze frequentate da bimbi che giocano in cui il rumore del traffico appare solo un ricordo e poi, come una matriosca, da un altro pertugio si passa ad una piazzetta ancora più piccola e deserta su cui si affaccia un tempietto medievale con le sue stupende decorazioni lignee.
Sarà che Kathmandu è tutto questo insieme ma a me piace!

Nessun commento:

Posta un commento