Il suo nome significa vento di dio, e di tanta poesia a noi resta una
crasi, lackdon, che ho memorizzato pensando al mobiletto lack presente
in ogni casa ikea come la nostra.
Usciti dall'aeroporto di Lhasa l'ho vista da lontano e prima di leggere
il mio nome sul cartello ho risposto al suo sorriso enorme.
Me ne sono innamorata subito e Cindo già nella hall dell'albergo mi sfotteva.
Ma era impossibile non farlo. Già nel primo viaggio in auto, con il
sorriso e la dolcezza che solo noi sappiamo avere, ci ha detto di essere
incinta e ci ha raccontato la sua vita avventurosa. Per rispetto alla
paura che le fa abbassare la voce ogni volta non scriverò nulla del suo
passato nè delle sue idee politiche. È una donna orgogliosa delle sue
origini e del popolo tibetano a cui appartiene. Intelligente tanto da
sapere convivere con le differenze ma anche tanto da dirci
immediatamente tutto ciò che odia si faccia. Cose tipo ammazzare le
zanzare, o fotografare chi prega.
Tanto che stando con lei in questi giorni ho dovuto capire che una
persona colta e indipendente può serenamente raccontarti della
conversione dei demoni a Samye con la stessa serietà con cui parla
dell'invasione inglese nel 1903 (aggiungendo poi che gli inglesi si
ritirarono commossi dalla bontà dei tibetani...il chè a ben vedere rende
poco credibile anche questo racconto!).
Ogni tanto, mentre si va in auto, si gira e ci offre caramelle e frutta.
Oppure si sfoga un po' prendendo in giro quelli che definisce come
mosche ma, si sa, lei non ammazzerebbe nemmeno una mosca.
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