sabato 23 agosto 2014

vento di dio

Il suo nome significa vento di dio, e di tanta poesia a noi resta una crasi, lackdon, che ho memorizzato pensando al mobiletto lack presente in ogni casa ikea come la nostra.

Usciti dall'aeroporto di Lhasa l'ho vista da lontano e prima di leggere il mio nome sul cartello ho risposto al suo sorriso enorme.

Me ne sono innamorata subito e Cindo già nella hall dell'albergo mi sfotteva.

Ma era impossibile non farlo. Già nel primo viaggio in auto, con il sorriso e la dolcezza che solo noi sappiamo avere, ci ha detto di essere incinta e ci ha raccontato la sua vita avventurosa. Per rispetto alla paura che le fa abbassare la voce ogni volta non scriverò nulla del suo passato nè delle sue idee politiche. È una donna orgogliosa delle sue origini e del popolo tibetano a cui appartiene. Intelligente tanto da sapere convivere con le differenze ma anche tanto da dirci immediatamente tutto ciò che odia si faccia. Cose tipo ammazzare le zanzare, o fotografare chi prega.

Tanto che stando con lei in questi giorni ho dovuto capire che una persona colta e indipendente può serenamente raccontarti della conversione dei demoni a Samye con la stessa serietà con cui parla dell'invasione inglese nel 1903 (aggiungendo poi che gli inglesi si ritirarono commossi dalla bontà dei tibetani...il chè a ben vedere rende poco credibile anche questo racconto!).

Ogni tanto, mentre si va in auto, si gira e ci offre caramelle e frutta. Oppure si sfoga un po' prendendo in giro quelli che definisce come mosche ma, si sa, lei non ammazzerebbe nemmeno una mosca.

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