domani ci sarà la muraglia cinese e un'area di artisti, qui a pechino. ma oggi gireremo nella zona a nord ovest del centro per poi arrivare a piazza tienammen.
c'è afa e siamo stanchi, pedaliamo lentamente, verso le 17, fino al tempio del cielo.
c'eravamo stati già, ma è troppo bello. è uno di quei posti perfetti,
dice lafra. come la cupola della roccia a gerusalemme o la moschea
lotfolla a isfahan. cioè, questi due sono più belli, ma l'idea è quella:
l'ombelico spirituale, tondo e concentrato, di una città.
e
poi, a pechino la cosa incredibile è come al solito la quantità di
gente che si assiepa nel parco, a cantare, ballare, giocare. sono il
meglio della cinesitudine, ci sembra. la loro poeticità infantile e
senza vergogna, gratuita e lieve.
nel frattempo piove un po' e l'aria si rinfresca.
quindi ripartiamo verso quello che avevamo decretato essere il traguardo della nostra via, ovvero piazza tienammen.
ci arriviamo verso le 19.20. è uno
spazio davvero enorme, di cui non vedi la fine. troviamo però una
staccionata che la delimita tutta e che ci permette solo di transitare
intorno, a cercare un ingresso. e qui la sorpresa.
la
piazza è chiusa, l'orario di apertura termina alle 19.05. dentro,
qualche soldato marcia, qualche poliziotto sfolla gli ultimi turisti.
per il resto, il vuoto.
è una piazza-non-piazza. quindi è niente. perchè il senso di una piazza sta nel libero riempimento di uno spazio vuoto.
dobbiamo dire il vero: siamo esaltati per essere lì, dopo tre anni di viaggio, ma lo spettacolo è davvero triste.
l'unico
pensiero che consola, insieme ad opprimere, è che se un regime deve
ancora chiudere una piazza perchè non diventi simbolo di lotta...beh,
vuol dire che quel regime potrà anche avere carceri e bombe atomiche, censura e polizia segreta, ma è molto molto meno forte di quanto si possa
credere.
alla fine vincono i
diritti, vince la gente che li pretende. come diceva la piccola fra a
kevin, l'unico cinese che ci ha apertamente parlato di politica in
questi giorni.
lento viene il futuro, lento. però viene. e questo è neruda, non la piccola fra.
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