giovedì 4 settembre 2014

Sul Taj e altre cose

il Taj Mahal è veramente una meraviglia architettonica.
Premetto che prima di arrivare ad Agra nutrivo qualche pregiudizio.
In fondo si tratta di uno dei monumenti più fotografati al mondo, già visto in tutte le salse...che altro potevo aspettarmi!
Ed invece no.
Già avvicinandolo al tramonto dal lato opposto del fiume si rimane sbalorditi dal suo svettante candore e dalla perfezione delle sue linee. E poi trovarselo di fronte non fa che confermare quella sensazione di meraviglia.
La visione del Taj, però, mi ha stimolato anche alcune riflessioni sulla situazione della odierna India.
Premetto che trattasi di considerazioni ovviamente superficiali (siamo qui solo da pochi giorni) e che parlate di contraddizioni in un paese grosso come un continente e con più di un miliardo di abitanti è quanto meno ovvio.
Fa però specie pensare che il simbolo dell'India, il suo monumento più noto sia opera di un sovrano mussulmano.
Eppure i rapporti con la minoranza islamica, soprattutto dopo la partition del Pakistan, sono tutt'altro che facili.
Come ci confermava, qualche giorno fa, il nostro driver che si lamentava della tendenza al proselitismo islamico e delle conversioni dall'induismo. Eppure quegli stessi mussulmani costituiscono il 90% della manodopera impiegata dal suo capo (e nostro padrone di casa) nella sua manifattura di seta.
Insomma, mi pare che qui i conti non tornino: mi pare di vedere due comunità che convivono, volenti o nolenti, da parecchi secoli senza però mai accettarsi...meno male che l'arte e la bellezza, alla fin fine, se ne fregano di queste cose!